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Sala di Troia, parete nord: "Laocoonte e i figli"

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Questa drammatica scena, chiaramente ispirata al modello del Laocoonte vaticano, mostra l'episodio della morte del sacerdote troiano Laocoonte che, inascoltato, aveva esortato i troiani a non fidarsi dei greci. L'episodio è narrato nel II libro dell'Eneide, nel quale è specificato che Laooconte era intento a immolare un grande toro a Nettuno (l'animale e la statua del dio compaiono nel dipinto), quando due grossi serpenti sorsero dalle acque e si avventarono sui suoi figli e quindi su di lui, stritolandoli.
Nel riquadro a sinistra, sopra la porta che conduce alla Camera delle Teste, appare Vulcano in atto di forgiare le armi di Achille: lo assiste la madre dell'eroe, la nereide Teti (Iliade, libro XVIII). L'episodio è determinato dalla perdita delle armi dell'eroe indossate da Patroclo, (la cui morte è rappresentata sulla vela est della volta). Il particolare aspetto dello scudo di Achille, caratterizzato da tre fasce concentriche attorno a una rappresentazione terrestre, una delle quali comprendente le costellazioni zodiacali, dimostra la derivazione dell'immagine dal commentario all'Iliade di Eustazio di Tessalonica. L'esecuzione di questi due affreschi, disegnati da Giulio Romano, è attribuita a Rinaldo Mantovano.

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